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Tra corpo & mente

~ Il blog di Rachele Ceschin, Psicologa, Psicoterapeuta e Istruttrice di Mindfulness a Torino.

Tra corpo & mente

Archivi tag: benessere

La felicità è una fregatura?

10 venerdì Feb 2017

Posted by Rachele Ceschin in Benessere

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Tag

benessere, disagio, felicità, stress

psicologo_torino_felicita

Wikipedia definisce la felicità non come UNO ma proprio come LO stato d’animo positivo di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri.

L’etimologia fa derivare felicità da: felicitas, deriv. felix-icis, “felice”, la cui radice “fe-” significa abbondanza, ricchezza, prosperità.

A questo punto a me la fregatura sembra già evidente, ma purtroppo c’è una parte del nostro cervello che continua a credere che l’obiettivo di raggiungere questo stato d’animo positivo e mantenerlo per la maggior parte del tempo, non è soltanto possibile ma anche preferibile.

Proviamo a ragionare insieme. Cosa attiva il desiderio in noi? A parte quelli più legati alla sopravvivenza si intende, che sono biologici, istintivi e preziosi. Ma tutto il resto, tutti i desideri che ci invadono la mente, da dove arrivano? E come mai hanno un ruolo così importante, tanto da mettere continuamente a rischio la nostra felicità?

La nostra mente ci porta a credere, per quel suo difetto di dover trovare la coerenza ad ogni costo, che se una cosa è desiderabile da una fetta universalmente riconosciuta importante di popolazione, allora quella cosa ha un valore, e averla ci renderà felici. A sostegno di questa affermazione vi invito a prendervi 15 minuti del vostro tempo per guardare questa TED: Il prezzo della felicità. Benjamin Wallace è un curioso e attento giornalista e scrittore che fa un’analisi interessante della relazione che c’è tra alcuni dei prodotti più rinomati e pregiati e la tendenza della nostra mente ad attribuire un giudizio positivo proprio a causa di questo riconoscimento da parte della “gente che conta”. (Ci sono i sottotitoli in tutte le lingue che desiderate!)

Una delle conclusioni più utili ai fini di questo articolo è legato allo studio che il giornalista descrive in chiusura, pubblicato dai ricercatori di Stanford e Caltech. Per valutare il potere delle nostre credenze, hanno proposto ad alcune persone lo stesso vino, ma con differenti etichette del prezzo. Molti hanno dichiarato di preferire i “più cari”. Si trattava dello stesso vino, ma loro credevano che fosse un altro, più costoso. La cosa stupefacente è che i ricercatori hanno effettuato una risonanza magnetica del loro cervello mentre degustavano il vino, ed è emerso che non solo preferivano il vino che credevano più caro, ma il loro cervello elaborava un piacere più intenso quando lo stesso vino aveva un’etichetta con un prezzo maggiore.

Adesso è un po’ più chiaro perché la felicità è una fregatura?

Per prima cosa è legata alla soddisfazione di desideri che la società stessa in cui viviamo ci fa credere essere necessari da soddisfare (ad esempio avere una casa di proprietà rende felici in Italia, ritenuti folli in Svizzera ad esempio);

La seconda è in qualche modo ci intrappola. Se ci pensiamo, dopo aver ottenuto qualunque attimo di felicità, cadiamo in una sorta di empasse, delusione e crescente desiderio di ritrovare la sensazione provata poco prima. Così come lo zucchero, come il cioccolato e come la droga, questa illusione sponsorizzata dalla società in cui viviamo crea un fortissimo meccanismo di dipendenza.

E allora come fare?

Vi siete mai chiesti quante altre cose si possono provare oltre alla felicità? Se togliamo un po’ di attenzione e di aspettativa da una meta che abbiamo già visto essere una trappola, forse potremmo accorgerci delle infinite possibilità di vivere qualcosa di profondo e significativo nella strada che percorriamo. Quindi, per lo meno, potremmo considerare la possibilità che nel viaggio da qui alla felicità potrebbero esserci sensazioni altrettanto intense, meno tossiche e magari anche più soddisfacenti.

photo credit: Bennilover “It’s the little things….” via photopin (license)

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La ricerca della verità

17 martedì Gen 2017

Posted by Rachele Ceschin in Benessere, Mindfulness

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benessere, mindfulness, stress, verità

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Per vivere e sopravvivere è necessario assecondare la spinta (innata ed evolutiva) a muoverci verso qualcosa, senza questa spinta ci spegneremmo, senza dubbio. Leggendo articoli, libri divulgativi e parlando con le persone interessate al tema del benessere, mi sono accorta che va sempre più di moda muoversi alla ricerca di qualcosa che dia certezze assolute, un punto stabile su cui costruire il futuro, le relazioni, i progetti, pensando che in quella stabilità esista una sorta di verità inconfutabile.

Per approfondire questo tema mi affido a qualche ricordo che riaffiora alla mia memoria di studentessa. Aristotele descriveva così la ricerca della verità:

“La ricerca della verità sotto un certo aspetto è difficile, mentre sotto un altro è facile. Una prova di ciò sta nel fatto che è impossibile ad un uomo cogliere in modo adeguato la verità, e che è altrettanto impossibile non coglierla del tutto: infatti, se ciascuno può dire qualcosa intorno alla realtà, e se, singolarmente preso, questo contributo aggiunge poco o nulla alla conoscenza della verità, tuttavia, dall’unione di tutti i singoli contributi deriva un risultato considerevole (…) E, fors’anche, poiché vi sono due tipi di difficoltà, la causa della difficoltà della ricerca della verità non sta nelle cose, ma in noi. Infatti, come gli occhi delle nottole si comportano nei confronti della luce del giorno, così anche l’intelligenza che è nella nostra anima si comporta nei confronti delle cose che, per natura loro, sono le più evidenti di tutte.”

Tralasciamo per un attimo tutte le riflessioni sul pensiero Aristotelico e concentriamoci sulla verità: quanta energia investiamo nella ricerca di qualcosa di vero, esterno a noi?

Il punto credo stia proprio nell’illusione che questa verità sia intrinseca alle cose, alle leggi del mondo, alle esperienze che viviamo. Ad esempio, se abbiamo vissuto una situazione spiacevole una volta, siamo portati a pensare che la seconda volta che si ripresenterà sarà dolorosa nello stesso modo nel corpo e nella mente. E questo, se impariamo ad osservare le cose per quello che sono, non è MAI vero.

Che risvolto ha, ad esempio, nella sofferenza?

Devastante, a mio avviso, perché ci assorbe tutte le energie. La capacità della nostra mente viene assorbita nel tentativo di anticipare situazioni che noi abbiamo già sperimentato come dolorose, oppure di ricordare esperienze che hanno “segnato” il nostro cammino, per non viverle più. E quando la mente (che di natura tende ad essere un po’ pigra) scivola in questi circoli viziosi perde l’energia che la spinge alla vita e perde il contatto delle cose così come sono privilegiando ricordi e anticipazioni sulle stesse.
Accorgersi di questo meccanismo significa smettere di interpretare il mondo all’interno di una cornice rigida, fatta di ricordi preconfezionati (spesso costruiti ad hoc dalla nostra mente) e questo non è solo un passo verso la serenità, ne è la chiave.
Imparare ad osservare le cose per quelle che sono è l’unica via per capire veramente quelle cose, quelle persone, quelle situazioni e soprattutto per dare a noi stessi la possibilità di essere qualcosa di più dei nostri ricordi.

Smettiamo di pensare di poter possedere la verità e permettiamoci di vedere con gli occhi ingenui della scoperta il nostro mondo interno e quello che ci circonda.
La verità non è la meta, è qui ed ora, momento dopo momento, sensazione dopo sensazione.

photo credit: aquigabo! Balance via photopin (license)

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Una bussola per il 2016

19 martedì Gen 2016

Posted by Rachele Ceschin in Benessere, Consigli di lettura, Libri - Film - Musica

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benessere, cambiamento, psicologia, salute

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Si chiude un anno e senza passare dal via siamo nel 2016, che ci piaccia o no. E si ricomincia con le scadenze, con i compleanni, con il freddo e poi il caldo, e via di seguito.

Questo trascorrere del tempo, senza che noi possiamo davvero averne il controllo, mi ricorda un romanzo di Isabel Allende, dove i ricordi si intrecciano alle riflessioni sulla sua vita, sulla sua opera e sul mondo contemporaneo:

La somma dei giorni

“I giorni prima del dolore.
I giorni dopo il dolore.
I giorni di Paula.
I giorni dopo Paula.
I giorni della vita.
La somma dei giorni.”

Ed è esattamente quello che facciamo quando siamo di fronte a una svolta significativa, quando arrivano i 30 o 40 anni, quando ci sposiamo o quando decidiamo di non farlo, quando dobbiamo fare una scelta importante per la nostra vita e per quella della nostra famiglia. Più semplicemente ci capita anche ogni volta che pensiamo ai buoni propositi per l’anno che verrà.

Ho fatto questa riflessione osservando i miei pensieri e ascoltando quelli delle persone intorno a me durante questo periodo natalizio e mi sono accorta che se ci guardiamo indietro, se ci giriamo a guardare la strada che abbiamo percorso fino a qui, scorgiamo tutti gli ultimi dell’anno, i compleanni, le persone, le esperienze lavorative che ci hanno portati qui oggi.

E adesso, per non ripetere gli errori, o scegliere con più saggezza e consapevolezza, proviamo a osservare tutto quel treno di vita con un atteggiamento curioso e gentile e provare a vedere se c’è un fil rouge che ci guida nelle nostre scelte.

Vi do un indizio: se fate questo esercizio con pazienza troverete una qualche costante che ci portiamo dietro ogni anno, grazie e nonostante i buoni propositi, grazie e nonostante gli ostacoli o le opportunità.

Quella costante è la nostra bussola, un po’ come quella di Jack Sparrow che ci mostra la direzione verso “la cosa che desideriamo di più”. E a cosa serve una bussola? A ritrovare la strada, o a scegliere, in modo consapevole, quella più adatta a noi.

E allora, buon 2016.

 

 

 

photo credit: Don’t lose yourself. via photopin (license)

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Cosa si cela dietro il disturbo alimentare: racconto di un’intervista difficile.

09 lunedì Nov 2015

Posted by Rachele Ceschin in Consigli di lettura

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benessere, news, psicologia, salute

E, nonostante non ci siano risposte che “guariscono”, abbiamo comunque degli strumenti molto efficaci. Prima di tutto bisogna trovare il coraggio di chiedere aiuto e mettersi in gioco, senza temere il giudizio di nessuno. Collaborare con le figure di cura è il passo più terapeutico che possiamo fare.
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La psicoterapia è un trattamento biologico – Il Fatto Quotidiano

28 mercoledì Ott 2015

Posted by Rachele Ceschin in Consigli di lettura

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benessere, news, psicologia, salute

Psicoterapia non significa solo raccontare i fatti propri ad uno sconosciuto.
E’ un complesso processo relazionale che, in quanto tale, agisce sul nostro sistema nervoso modificandone alcuni aspetti.
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Il cibo oggi: conquista o dominio?

14 lunedì Set 2015

Posted by Rachele Ceschin in Consigli di lettura

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benessere, news, psicologia, salute

Oltre la sopravvivenza, qual ‘è il ruolo del cibo oggi?
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Meditare è utile ma non rinunciamo alla rabbia – Tracey Thorn

04 venerdì Set 2015

Posted by Rachele Ceschin in Consigli di lettura

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benessere, news, psicologia, salute

Ho letto questo articolo sulla mindfulness e ne sono rimasta molto colpita. Finalmente una persona che ne ha avuto esperienza e ora si chiede se è proprio quello che vuole, se è veramente la direzione giusta, se è utile lasciare andare la nostra rabbia giustificata.
La mia risposta è che praticare la meditazione di consapevolezza è una scelta quotidiana, che ha bisogno di forza di volontà e intenzione, non è per tutti. Ma è per quelle persone che sono stufe di essere dominate e continuamente invase dalle emozioni, per trovare un’alternativa al conflitto e alle etichette. Il risultato è che ci sarà meno aggressività nell’aria ma guadagneremo spazio, tempo e chiarezza. Di questo spazio e questo tempo ognuno potrà disporre a piacimento, ma mi sembra un regalo prezioso qualunque sia l’obiettivo che vogliamo raggiungere.
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Gli appuntamenti – Serate gratuite aperte a tutti gli associati.

03 giovedì Set 2015

Posted by Rachele Ceschin in Consigli di lettura

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benessere, news, psicologia, salute

Nuovi appuntamenti al Centro Libenter!
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Le regole del benessere 10. | Saper chiedere aiuto

07 martedì Lug 2015

Posted by Rachele Ceschin in Casi clinici

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aiuto, benessere, Consapevolezza, crisi economica, stress, vita

Siamo arrivati all’ultimo appuntamento con il benessere e mi sono accorta che forse questo decalogo vi ha dato l’impressione che si possa pensare al proprio bene in modo del tutto autonomo.

Aiuto-helpNon è così. E non lo dico per scoraggiarvi o farvi sentire sempre dipendenti da qualcun altro, ma perché spesso abbiamo bisogno di aiuto ed importante, a volte vitale, imparare a chiederlo. Questa competenza è talmente fondamentale alla sopravvivenza che se notate i bambini sono dei maestri: focalizzano l’obiettivo, fanno la conta delle proprie risorse e quando non riescono da soli si guardano intorno e cercano l’adulto più disponibile e adatto per aiutarli a raggiungere il loro scopo. Questo vale sia per l’aiuto emotivo, quando sono da consolare, sia per qualcosa di pratico da realizzare. Per quale motivo gli adulti non dovrebbero usare questa competenza innata?

Continua a leggere →

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La solitudine uccide quanto il fumo, quindi conviene accettare subito la sigaretta di Pavese

19 martedì Mag 2015

Posted by Rachele Ceschin in Consigli di lettura

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benessere, news, psicologia, salute

“Nemmeno quelli che seguono la dieta a base di cavolo nero con cui Michelle Obama e Beyoncé vogliono salvare il mondo riesce a bilanciare gli effetti nefasti della solitudine”
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