Hysteria: un film che parla in modo delicato e divertente di una patologia che ha segnato la storia della psichiatria (e l’invenzione del vibratore).
Il termine isteria denota una sindrome caratterizzata da stati emozionali molto intensi e da attacchi parossistici (acuti) particolarmente teatrali. Nell’immaginario collettivo è sempre stata considerata una malattia appartenente all’universo femminile: il termine stesso deriva dal greco ὑστέρα (hystera), cioè utero.
Il film è ambientato nel 1880 a Londra, in piena epoca vittoriana dove il ruolo delle donne si riduceva a procreare ed occuparsi della casa. Non potevano esercitare una professione, a meno che non fosse quella di insegnante o di domestica, né era loro riconosciuto il diritto di avere propri conti correnti o libretti di risparmio. A dispetto della loro condizione di “angeli del focolare”, venerate come sante, la loro condizione giuridica era spaventosamente misera. Era opinione comune che non fosse necessario per le donne iscriversi all’università. Si arrivava addirittura a dire che studiare fosse contro la loro natura e che potesse farle impazzire. Esse dovevano accontentarsi del semplice ruolo di “ornamento della società” ed essere subordinate ai mariti.