Hysteria: un film che parla in modo delicato e divertente di una patologia che ha segnato la storia della psichiatria (e l’invenzione del vibratore).
Il termine isteria denota una sindrome caratterizzata da stati emozionali molto intensi e da attacchi parossistici (acuti) particolarmente teatrali. Nell’immaginario collettivo è sempre stata considerata una malattia appartenente all’universo femminile: il termine stesso deriva dal greco ὑστέρα (hystera), cioè utero.
Il film è ambientato nel 1880 a Londra, in piena epoca vittoriana dove il ruolo delle donne si riduceva a procreare ed occuparsi della casa. Non potevano esercitare una professione, a meno che non fosse quella di insegnante o di domestica, né era loro riconosciuto il diritto di avere propri conti correnti o libretti di risparmio. A dispetto della loro condizione di “angeli del focolare”, venerate come sante, la loro condizione giuridica era spaventosamente misera. Era opinione comune che non fosse necessario per le donne iscriversi all’università. Si arrivava addirittura a dire che studiare fosse contro la loro natura e che potesse farle impazzire. Esse dovevano accontentarsi del semplice ruolo di “ornamento della società” ed essere subordinate ai mariti.
L’aspetto interessante sottolineato nel film è questa miscela, con confini poco demarcati, tra insoddisfazione, disinteresse e poca attenzione alle esigenze della donna. In un’epoca dove è stato necessario trovare un modo per farsi ascoltare, la sintomatologia isterica ha messo le sue radici. Al giorno d’oggi queste manifestazioni sono decisamente meno frequenti anche se ancora si assiste a sintomi quali paralisi, dissociazione, drammatizzazione che vengono però descritti all’interno di diagnosi più complesse e accurate.
Il giovane medico Mortimer Granville, protagonista del film, lavora saltuariamente in diversi ospedali (nel curriculum ne elenca una ventina), trova infine lavoro presso il dottor Dalrymple, titolare di un rinomato studio di cura per il “male del secolo”: l’isteria. Secondo il dottor Dalrymple, almeno la metà delle donne di Londra, in forme dalle più lievi alle più estreme (che comportano infine l’isterectomia), ne soffre. La sua terapia consiste nel massaggio manuale della vagina delle pazienti per riportare l’utero in uno stato più rilassato e in tal modo guarire la malattia. All’epoca, e così lo spiega al giovane, il massaggio non era considerato una stimolazione erotica, perché si credeva che la donna non potesse ottenere l’orgasmo in assenza della penetrazione maschile.
Lavorando nello studio e superando l’imbarazzo iniziale, Mortimer ottiene molto successo fino, però, a soffrire di forti crampi alla mano destra : “E’ faticoso dare piacere a metà delle donne londinesi“. Nasce così l’intuizione di usare un oggetto elettrico al posto della della stimolazione manuale che permette, in cinque minuti di stimolazione, almeno tre “parossismi”. Come si dice: fare di necessità virtù.
Il messaggio principale del film è racchiuso nelle scene finali dove il protagonista afferma: “l’isteria è una finzione. Non è più di un’etichetta diagnostica per donne senza opportunità, per quelle donne che sacrificano la loro vita nei lavori domestici nell’ombra di mariti disinteressanti, poco attenti o “incapaci” di fare l’amore con loro tenendo in considerazione le loro esigenze, o di non farlo abbastanza spesso.