Cosa si intende per attaccamento?
L’ attaccamento può essere definito come un sistema dinamico di comportamenti che contribuiscono alla formazione di un legame specifico fra due persone, un vincolo le cui radici possono essere rintracciate nelle relazioni primarie che si instaurano fra bambino e adulto. In realtà, se ci pensiamo, queste dinamiche emergono anche quando siamo in relazione con un animale o anche con un oggetto. Tutto ciò che soddisfa dei nostri bisogni può essere oggetto di attaccamento.
Nella seconda metà degli anni ’90 John Bowlby e la sua collaboratrice Mary Ainsworth hanno spiegato come il bambino e la madre costruiscano un legame privilegiato che assicuri al neonato le cure e l’affetto necessari alla sua sopravvivenza.
Secondo la psicologia cognitivo-evoluzionista, l’attaccamento è uno dei sistemi motivazionali interpersonali (SMI) a base innata; ma cosa significa? Il bambino, in quanto cucciolo, ha ereditato dall’evoluzione un sistema che lo spinge a ricercare cure, calore e affetto da un adulto di riferimento della stessa specie (preferibilmente la figura materna). Il sistema si attiva e assume il controllo di emozioni e comportamento nelle situazioni di dolore, pericolo, percezione di vulnerabilità e protratta solitudine, cioè tutte quelle situazioni in cui la vita del cucciolo è messa in pericolo.
Ecco un esempio: il bimbo che, svegliato da un rumore, piange nel cuore della notte, viene spesso interpretato come un capriccio dovuto al disturbo del sonno; in realtà il pianto è una richiesta di rassicurazione laddove il bimbo non è in grado di capire la situazione e di conseguenza si sente minacciato. Spesso bastano pochi secondi per rassicurarlo. Piangere è, infatti, uno dei mezzi più efficaci utilizzati dal bambino per comunicare con l’esterno, in questo caso potrebbe essere così tradotto: “Hey siete sicuri che vada tutto bene? Ho sentito un rumore, mi sono svegliato e ho paura.“
Il sistema si disattiva non appena il cucciolo ha raggiunto l’obiettivo della vicinanza protettiva segnalato da esperienze emotive di conforto, gioia e sicurezza.
La natura non solo ha regalato ai cuccioli e ai nostri bimbi la capacità di richiedere cura pur non potendo contare né sul linguaggio né sulla comunicazione visivo-gestuale (che compare all’incirca dopo i 9 mesi), ma ha anche dotato l’adulto di un sistema motivazionale complementare che è quello dell’accudimento.
Cara Rachele innanzitutto i miei complimenti per avere creato questa pagina web… Sono mamma da pochi mesi e il mio bimbo, Mattia, piange di continuo soprattutto di notte. Il mio istinto è quello di correre sempre a consolarlo ma questo modus operandi viene molto criticato da mio marito che sostiene che il bambino piange troppo a causa dei miei stravizi e della mia apprensione… Chi avrà ragione? Io sono esausta e poco lucida in questo momento, tutto mi sembra così difficile.
Cara Giada, tieni presente che i bimbi così piccoli non fanno i capricci quindi se il pianto continua ti consiglierei di chiedere al tuo pediatra una consulenza. Diventare genitori è un viaggio sempre nuovo ed è necessario che si arrivi preparati e coesi. Se “si parte” in due allora la responsabilità è di entrambi. E’ importante dividersi i compiti e costruire insieme il vostro personale modo di essere genitori.