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Le neuroscienze sono l’insieme degli studi condotti sul sistema nervoso. L’obiettivo di questo  articolo non è fare una carrellata esaustiva di tutte le funzioni che svolge il nostro cervello (non basterebbe un manuale), ma darvi un’idea della quota biologica (la parte che non è sotto il nostro controllo, che fa parte dell’evoluzione) che caratterizza le nostre azioni, emozioni e pensieri.

Tutto ciò che percepiamo attraverso i sensi viene elaborato dal nostro cervello: vista, udito, gusto, tatto e olfatto sono i mezzi che ci permettono di conoscere e vivere nel mondo. Per esempio: cosa succede nel nostro cervello ogni volta che abbiamo a che fare con uno stimolo visivo? Quali altri sistemi intervengono?

Questo video è una parte di un documentario articolato sulle funzioni del sistema nervoso e affronta proprio il funzionamento della vista.

Il nostro occhio è programmato per percepire un’immagine statica, rovesciata, bidimensionale e frammentata. Se la vista si fermasse alle informazioni percepite dal suo organo principale sarebbe un problema. Invece, nel passaggio tra l’occhio e la parte del cervello che elaborerà l’immagine, l’input viene arricchito di moltissime altre informazioni che percepiamo con il resto dei nostri sensi, viene contestualizzato e dotato di senso grazie alla nostra memoria. Ecco che un semplice suono che ci disturba alle sette del mattino diventa il segnale che è ora di alzarsi e andare a fare il nostro dovere.

Quindi, il nostro cervello elabora 24 ore su 24, 7 giorni su 7, una quantità impressionante di informazioni. Ma è il nostro bagaglio di esperienze che permette a quelle informazioni di avere un senso. Questo significa che tutto ciò che sperimentiamo attraverso i nostri sensi perde la caratteristica di verità, per entrare della sfera della percezione soggettiva del mondo.

Scardinare questo concetto di verità è molto importante nell’approccio terapeutico cognitivo-costruttivista. Quello che viviamo è il frutto di molte attribuzioni personali di senso e significato ed è proprio per questo motivo che, quando il vissuto è doloroso, è importante rileggerlo all’interno di cornici più ampie e meno disfunzionali, per ricostruire un senso che sia più accettabile e quindi meno doloroso.

photo credit: djneight via photopin cc