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Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la depressione è la prima causa di disfunzionalità nei soggetti tra i 14 e i 44 anni di età, precedendo patologie quali le malattie cardiovascolari e le neoplasie. Ad oggi sembra colpire nel mondo circa 350 milioni di persone, deteriorandone la capacità di lavoro e di relazione. Nella sua forma più grave può portare al suicidio ed è responsabile di quasi un milione morti ogni anno.

Perché sottovalutarla?

Prima ancora di arrivare alla costruzione di un vero e proprio disturbo depressivo è possibile riconoscere diversi sintomi che possono essere classificati all’interno di una categoria più ampia: la demoralizzazione.

Per demoralizzazione si intende uno stato di mancanza di speranza, solitudine, sentimenti di incomprensione, incapacità di fronteggiare alcune particolari situazioni. Questo peso è costante, non gravoso come quello della depressione vera e propria, ma aumenta la fatica e assorbe una buona parte delle energie. E così si tende ad isolarsi perché il resto del mondo va avanti, apparentemente senza fatica, tanto da farci sentire “un pesce fuor d’acqua”. Presentandovi i dati raccolti dall’OMS salta subito all’occhio quanto queste sensazioni siano, al contrario, largamente diffuse, comprese e condivise da una grossa fetta di popolazione e di quanto questa situazione si stia aggravando.

Sentirsi impotenti, sopraffatti dagli eventi, stanchi non è una colpa.

Aver sperato di non svegliarsi il mattino dopo non è da ingrati.

Come affrontare questa sofferenza?

Soffrire di una condizione di demoralizzazione significa avere dei pensieri disfunzionali e pervasivi che occupano la mente. Nel video questo aspetto è ben sottolineato dal cane nero che piano piano cresce e diventa la persona stessa. Ci identifichiamo quindi con pensieri come: “non ce la farò mai”, “tanto vale provarci”, “nessuno capisce la mia condizione”, “ho fallito” e questo ci porta ad allontanarci dalle persone che invece vorrebbero aiutarci.

Affrontare questa esperienza in psicoterapia significa iniziare a prendere distanza da questi pensieri, capire che la nostra mente sta cercando di difendersi come può da ulteriori fallimenti, isolandosi e irrigidendosi. Significa entrare in contatto con le emozioni, che mescolandosi tra di loro generano quel senso di confusione e impotenza che chiamiamo per semplicità demoralizzazione, ma che in realtà è una “lasagna” composta da molti strati diversi. Significa fare luce e chiarezza sulle risorse che ogni individuo possiede fin dalla nascita, quelle risorse che fanno parte del sistema bio-psico-sociale del quale facciamo parte.